homecoming

Ho comprato un biglietto per Milano, ho fatto un viaggio dentro di me. Quello in cui mi sono imbattuta è solo polvere. Un intonaco che si sbriciola. Rumori assordanti, il battito di un cuore lento a morire e a attorno silenzio. Gente che sfreccia, porte della metro che si chiudono, e nuvole.  Ho fatto un giro dentro di me e non mi è piaciuto. Ho trovato rovine. C’è un mondo da rifare adesso. Le botte fanno male. Questa volta è diverso. Questa volta, per la prima volta in vita mia, mi sono lasciata andare. Questa volta non mi sono risparmiata. Ho dato tutto. Per questo ora non ho niente da rimproverarmi. Io so amare solo così. In modo incondizionato, senza difese, senza inganno. Ho sperato fino all’ultimo secondo, fino a poco prima che si chiudesse quel maledetto portellone dell’aereo di vederti. Ho sperato che ti facessi vivo. Niente di tutto ciò. Indifferenza. Pochezza. Squallore.  Sento il ventre piegarsi verso l’interno, come se un pugno lo avesse premuto con violenza. Manca l’aria.  Ieri sera ho avuto il coraggio di staccare anche l’ultimo legame che mi teneva unita a te. Ora sono libera. Ora posso riprendere la mia vita in mano e posso dirlo, senza di te. Non ho mai sofferto così tanto. Mi rialzerò ancora. Ce l’ho fatta tante volte. L’unica cosa che voglio adesso è stare in pace.

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pensieri pre partenza

Nervosismo pre partenza…Pensieri che si affollano.
vorrei tanto essere in grado di mettere la testa in stand by e non pensare a nulla. Mio fratello mi rinfaccia la partenza ancora prima di essere partita, secondo lui non è mai il momento giusto per allontanarsi da casa…Qualunque data io scelga, per lui è sempre il momento meno adatto. Sostiene che scappo a divertirmi addossandogli tutte quelle responsabilità di cui in genere mi faccio carico io gli altri giorni dell’anno.
Qui a casa mi ricordano sempre tutti che non esiste il diritto alla felicità. bisogna soffrire, si deve soffrire sempre. Bisogna quasi sentirsene in colpa. Quando c’era mio padre era tutto diverso. Lui mi faceva ridere, tanto. Lui sdrammatizzava sempre. Eravamo così simili. Eravamo così belli. Non c’è più nessuno a stringermi le mani per riscaldarle in inverno. Mi manca da morire.
Oggi ho pianto a dirotto. Ho paura. Paura di ricevere una cattiva notizia. Paura di dover affrontare un’altra morte in famiglia.
Ho paura anche delle mie reazioni. Ogni tanto mi trovo insensibile al dolore, quasi come se il male ormai non mi scalfisse più. Ho paura anche del fatto che una piccola parte di me, ma ancora viva, in fondo desidera che questo weekend abbia un chiarimento con quella persona che l’ha fatta soffrire negli ultimi giorni. Una parte di me è ancora legata a quei ricordi. Mi sento stupida. Provare ancora dell’affetto per chi mi ha solo usata. Davanti a me vedo specchi contorti. Se mi guardo non mi ritrovo. Non so quale sono. Gli amici mi dicono che sbaglio ultimamente. Ma cosa è giusto poi? Io credo che l’unica cosa giusta sia sbagliare. Provare e sbagliare. Non agire vuol dire non sbagliare. Io sbaglio sempre e questo mi fa sentire viva.  Sbaglierò anche questa volta.
Salirò su quell’aereo con la consapevolezza di stare per chiudere un capitolo della mia vita.
Perché è cosi’ che deve andare…. bisogna seguire il cuore, tuttavia poi bisogna chiamare il cervello per dirgli di venire a riprenderci..

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break

Gli ultimi giorni qui sono stati abbastanza intensi. Ogni giornata è scandita da picchi di emozioni che salgono e scendono come gli indici della borsa di Wall Street. Stanno accadendo troppe cose, tutte assieme, e io non so gestirle. Mi sento persa. E’ come uno tsunami, annaspo e sono disorientata. Vorrei, vorrei, vorrei tante cose…vorrei solo pensare a me adesso, vorrei ritrovare quella serenità che mi manca. La gente si aspetta risposte da me, ma io non le ho. Non le ho per Fritz, che continua a chiedermi scusa; Non le ho per i dottori di una persona  a me molto cara che parlano di cancro, recidiva, chemio e radioterapia, e intanto mi tornano in mente i fantasmi di mio padre divorato da quelle cure che avrebbero dovuto salvarlo, invece lo hanno avvelenato. Non ho le risposte per chi si aspetta qualcosa da me.  Mi sento sola, in mezzo a un campo di grano, come carne gettata al suolo e attorno un sacco di avvoltoi, pronti a fare brandelli, a spartirsi un pezzo. Ieri qualcuno dal passato, qualcuno di importante ha ribussato alla mia porta. Ho aspettato il suo msg per un anno e mezzo. Ci conosciamo da 15 anni. Lui è quello che mi conosce meglio al mondo. Siamo cresciuti assieme, è una specie di migliore amico, di confidente, di salvatore, e come per una sorta di telepatia, sa sempre quando venire a salvarmi. Lui è la metà dell’anima, non del cuore. Poche parole, niente rancore…Le nostre vite hanno preso strade diverse, ma aver avuto la conferma di non aver insabbiato il passato, di aver conservato il rispetto e l’affetto, ieri ha risanato una cicatrice.  Per un attimo, ho riavuto la mia ancora di salvezza. ho chiuso gli occhi e mi sono sentita protetta. Solo il tempo di chiedersi “come stai”.
oggi sono malinconica, cerco silenzi.
Tra qualche giorno parto, spero che questi giorni mi facciano capire un po’ di cose. Sarà quello che sarà…

vangogh12

Stop, rewind… ( ovvero chi non muore si rivede)

Due rette parallele a volte si possono incontrare. Una domenica sera, al ristorante, all’improvviso, tra il gelo dei commensali. E’  PROPRIO LUI!!!! rewind…. stop.  Domenica pomeriggio, mi guardo allo specchio, scelgo di indossare il vestito di seta, quello blu col disegno in pizzo, che mi scivola bene sui fianchi, la giacca acquistata a Roma e il foulard turchese che mette in risalto i capelli scuri. Indosso i tacchi, sistemo quei ricci ribelli, metto il rossetto e spruzzo il mio profumo preferito. Più tardi per la degustazione in terrazza organizzata dalla mia migliore amica, voglio essere bellissima. Per lei è un evento importante, e io sono fibrillazione. Mi accompagnerà un’altra amica, e so già che incontrerò molta gente del settore.  Non vorrei proseguire la serata a cena, ma all’improvviso, “per caso”  arriva a sorpresa il “dottorino” di cui la mia amica è cotta. Ci si saluta, si chiacchiera e scappa l’invito a cena. Mi trovo costretta a dover accettare, per non deludere lei che spera di ricavare il numero di telefono del tipo. Controvoglia mi ritrovo nel bel mezzo di una tavolata piuttosto allegra dopo venti calici di rosso di Sicilia…il dottorino ci ha bidonate, ma la tavola è piena di altra gente. Prendo posto, sistemo la borsa, levo la giacca.

Qualcuno poggia la mano sulla mia spalla.

LUI: “CIAO!!!!!!”

IO: ” FRITZ?  Tu qui??? cosa ci fai qui?”

lui biascica parole senza senso, e anche se avessero avuto un senso comunque non lo avrei seguito. Per me in quel momento era come avere davanti un fantasma, un poltergeist, un bugiardo, uno stronzo.

“tu, sei qui e non me lo hai detto????” dico io col fuoco negli occhi, intanto a tavola l’atmosfera festosa si è appena interrotta, nessuno parla…per tutti, lui è il mio ragazzo…in quel locale lo conoscono come tale, ci hanno visto spesso li assieme…

rewind….. stop.

[esco da casa, degustazione, ristorante di controvoglia, incontro fritz che è a Palermo ma non me lo aveva detto]

Inutile descrivere la delusione, l’incredulità, l’odio che ho provato in quel momento. Lo avrei picchiato. L’ultima volta che ci siamo visti ero nel suo letto a Milano. Lui doveva essere negli stati Uniti. Lui era al tavolo di fianco al mio.  Bugie. Schifo. Vigliaccheria.
Scappo al bagno inseguita dalla mia amica. al mio ritorno lui è andato via. Comincia a scrivermi sms di scuse (patetiche). Non trovando riscontro decide di tornare indietro e aspettarmi fuori dal ristorante. Incredibile. Io non dovevo neppure andare a cena, io l’ho beccato lì! davvero le coincidenze non esistono?
La serata finisce in macchina sua a “parlare”,  sono parole sterili, l’ho già dimenticato ancora prima di salire su quell’auto. Mi ha nascosto che fosse qui. Che vuoi che dica? parla già tutto da se. Si arrampica sugli specchi, poi finisce a parlare di distanze, di storie che non possono funzionare, che mi farebbe soffrire ecc ecc. Surreale. Parole vuote. Vorrei urlare, vorrei piangere, vorrei fargli provare lo stesso male. Vorrei dirgli che non gli credo. Gli dico solo che è una “merda”. Gli dico che si deve dimenticare di me.

Torno a casa, credo di aver pianto un po’, ma dopo tutto  ero felice di avergli vomitato ciò che pensavo. Adesso sono libera, sono veramente libera. Adesso è tutto finito. Nonostante continui a ricevere suoi sms di scuse, ho preso la mia decisione.
E’ tutto così squallido, tutto così finto. Io voglio respirare. Aria buona.  Voglio silenzi adesso. Voglio un abbraccio.

Sono solo scossa e davvero sconvolta dal fatto di essermi trovata nel posto giusto, al momento giusto, di avergli fatto fare la figuraccia peggiore della sua vita. Un po’ me la godo. Gli sta bene.

Oggi me la rido. Tra qualche giorno partirò. Bye Bye Fritz.

stop…. forward…..

inizia la musica. per me è ancora ROCK!

rewind